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GianMaria Zapelli elsewhere

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Emozioni da ri-alfabetizzare

Emozioni da ri-alfabetizzare

Il distanziamento fisico e il viso largamente celato da una mascherina potrebbero disorientare il dizionario delle nostre emozioni.

Come sappiamo, le emozioni, nella loro manifestazione immediata e reattiva, sono finalizzate a indirizzare anche – meglio: soprattutto – la nostra relazione con gli altri. 

Per applicare la loro azione interpretativa le emozioni si avvalgono della memoria, ovvero dell’esperienza, di ciò che abbiamo imparato negli anni, nei gesti osservati, nelle espressioni del viso percepite, nei comportamenti decodificati. Diventati il dizionario stabilizzato nelle reti neuronali per tradurre il singolo gesto in complicità, oppure un altro in ostilità, l’atteggiamento di chi è aperto e quello di chi si chiude o ci è avverso.

La percezione di un volto attiva molte più risposte neuronali di ogni altro oggetto che entra nel perimetro dello sguardo. Sin dai primi giorni di vita, il viso che si presenta davanti agli occhi del neonato viene immediatamente riconosciuto, prima di ogni altro oggetto percepito, suscitando una reazione attrattiva. Un viso che per essere riconosciuto ha bisogno della bocca quanto degli occhi.

Come pure abbiamo imparato ad essere sensibili ai gesti che ci rivolgono, nel nostro spazio prossemico, o nelle vicinanze, e a tradurli in tonalità emozionale. Gesti che abbiamo appreso a considerare come calore o disponibilità e altri che traduciamo invece come lontananza o distacco.

In questo tempo dell’occultamento del viso e del distanziamento fisico, quanto potrà essere accurato il dizionario emotivo che abbiamo a disposizione? Quando avremo volti più enigmatici da percepire. Quando assisteremo a gesti che in altri tempi venivano tradotti in ostilità e oggi si confondono con una distanza obbligata. Come reagiranno le nostre emozioni quando le persone vicine a noi si allontaneranno con timore e sospetto? L’automatizzato dizionario emotivo che abbiamo utilizzato sino ad oggi, quanto saprà metterci a disposizione corrette capacità di immedesimazione empatica, dovendo interpretare visi occultati, voci camuffate dalla stoffa della mascherina, carenza di stratte di mano e contatti fisici.

Certo, continueremo ad avere emozioni, con la loro reazione immediata, ma potrebbe accedere che ci comunicheranno anche disorientamento, come di un capitano che ha perso la rotta del mare.

Covid ci lascia anche questo: emozioni che potranno essere smarrite nel capire cosa vedono, poiché si avvarranno di un dizionario obsoleto.

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