Apprendere, mutare, avvicinare nuovi modi di essere o di agire è un’esperienza che riguarda anche la bellezza. L’esperienza che trasforma è sempre anche esperienza che interessa il percepire, il sentire, il provare emozioni nella relazione estetica con la realtà. La percezione della bellezza è intimamente connessa all’apprendimento: ne esprime e rappresenta il potenziale di cambiamento e trasformazione.
Le esperienze di formazione, le più diverse e diversamente orientate, costituiscono occasioni non solo di conoscenza, ma anche di emersione metodologica, di riflessione sui modi in cui l’apprendimento si fa, si crea, si produce e viene favorito.
La bellezza, come forma vivente dell’apprendimento, trova una delle sue possibili complessità e possibilità di metodo nel mito. Nel pensiero mitologico, infatti, si palesa in modo straordinario la potenza e la funzione dell’estetica nel dare significato e senso alla realtà; ma il mito possiede, in quanto insieme di enunciati discorsivi e di pratiche narrative la particolare attitudine a farsi linguaggio e territorio di apprendimento, divenendo, in quanto spazio di un evento educativo, moneta di scambio, baratto di universi, commercio di immaginario.