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GianMaria Zapelli elsewhere

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Demoni e angeli dentro di noi

Demoni e angeli dentro di noi

“Non voglio perdere i miei demoni perché ho paura di perdere i miei angeli.” Rilke

Conviviamo con i nostri demoni: timori eccessivi che ci frenano più del necessario, disillusioni che ci inaridiscono le speranze; permalosità che inutilmente ci arruffano le emozioni; rigidità che ci marmorizzano l’ascolto e la vicinanza; cautele che ci rendono troppo dipendenti dagli altri.

Una differenza essenziale con i nostri demoni è la consapevolezza. La coscienza di avere modi di sentire o agire che ci impoveriscono e limitano, che ci imprigionano in sfiducie, paure, gelosie, rancori o fughe. Inconsapevoli i nostri demoni ci sottraggono libertà, futuro e angeli. Ma quando arriviamo a conoscerli, a vedere come ci impediscono sorrisi, leggerezza e persino felicità, sovente accade che ugualmente ce li teniamo così come sono.

Sarebbe semplicistico farne solo una questione di volontà: se lo volessi potresti cambiare. Come se la loro persistenza fosse riconducibile esclusivamente a un impegno che pigramente non ci si sforza di mettere in moto. Quasi fosse lo sforzo necessario per ripulire una soffitta dalla polvere, che a lungo si sta procrastinando.

Più probabile che ci teniamo i demoni, e il carico di disagio che ci causano, perché, quando sono consapevoli, la fatica a cui ci costringono, persino a volte la sofferenza che ci procurano, è la fonte a cui si dissetano i nostri angeli. Perché il malessere delle nostre paure sovrabbondanti, il timore eccessivo di rimanere soli, la sfiducia che sappiamo limitarci, sono anche la fabbrica delle nostre riflessioni più accurate, dei nostri dubbi più preziosi, del nostro sguardo interiore più consapevole e tormentato. E anche se non rimuoviamo i nostri vuoti, le nostre lacune, quel che non ci piace di noi, sono le componenti della nostra identità di cui siamo più vigili, che ci impegnano nel cercare di compensarli con un contrappunto di cura e persino di sfida. Sappiamo il nostro demone ma ce lo teniamo perché alimenta, con le difficoltà che ci procura, la versione più intima, privata, combattuta e vissuta di noi stessi. Dialogando con i nostri demoni stiamo accarezzando le nostre ferite e non ci sarebbero angeli se non ci fossero debolezze e ombre dove si nasconde fragilità.

PS: Certo, non tutti i demoni che si possono portare in sé sono uguali. Vi sono quelli, miserabili, disonesti, violenti, che non possono avere angeli, né essere tollerati.

 

 

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