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GianMaria Zapelli elsewhere

Un contributo psicologico
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Il buono della bellezza

Il buono della bellezza

La bellezza salverà il mondo” Dostoevskij

Qualche tempo fa ho potuto frequentare una struttura che ospita orfani, minori, molti extracomunitari. Il suo responsabile mi ha illustrato uno dei suoi precetti educativi: la bellezza. Mi ha spiegato che tutti i suoi giovanissimi ospiti dovevano occuparsi della bellezza. Tutto ciò che facevano doveva aver cura anche della bellezza. Che fosse allacciarsi le stringhe delle scarpe, lasciare il tavolo in ordine, innaffiare e prendersi cura delle piante, o fare scupolosamente un disegno. In questo centro i piccoli ospiti avevano laboratori per fabbricarsi oggetti o giochi. L’indirizzo che ricevevano era di farli anche belli. Questo tutore illuminato me ne ha spigato le ragioni: la bellezza insegna ad essere precisi, a imparare la cura, a chiedersi come fare al meglio, anche ad essere essenziali e lucidi.

La bellezza è un modo di sentire, che precede e indirizza verso ciò che viene percepito. Non per nulla i Greci antichi ritenevano che bello fosse anche buono (Kalós kai agathós). Nella bellezza si trovano le stesse sostanze virtuose di ciò che è buono. Così è frequente osservare che dove manca bellezza vi è assenza anche di etica, di giustizia e di virtù. 

Ovviamente non si tratta della bellezza decorativa, di quella accessoria che riveste le superfici. La bellezza riguarda la relazione estetica con il mondo, o meglio, la relazione est-etica. La bellezza si trova nello sguardo che ammira, nell’ascolto che si fa attento, nel gesto che si prende cura di ciò che afferra. La bellezza che si sperimenta non nasce da un pensiero, da una decisione, ma dalle risorse precategoriche del sentire e del sentimento. La bellezza richiede un’educazione delle corde più sensibili di un’identità: il corpo, gli occhi, la pelle, il gesto. “La bellezza è la percettibilità del cosmo, è il suo avere qualità tattili, tonalità, sapori, il suo essere attraente.” (Hillman).

Così ciò che accomuna tutto ciò che viene vissuto come bellezza è la presenza del desiderio. “La bellezza è parte integrante del desiderio: impariamo a trovare bello ciò che desideriamo.” (Sartwell). La bellezza rimanda al desiderio e alla capacità di desiderare: di amare, guardare, viaggiare, pensare, abbandonarsi, e altri desideri ancora. Il desiderio non nasce da un pensiero, ma dalla nostra relazioni immediata con la vita. Attraverso il desiderio, la nostra capacità di vivere la bellezza definisce il perimetro della nostra vicinanza al mondo. “L’anima nasce dalla bellezza e di bellezza si nutre.” (Hillman).

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