Difenderci è una delle principali preoccupazioni a cui è dedicata la nostra mente (l’altra è gratificarci). Come è noto, abbiamo a disposizione un sistema di protezione che agisce a nostra insaputa. Un sistema immunitario che lavora dietro le quinte per evitarci di soffrire. Una sofferenza verso cui la nostra mente attrezza le sue difese inconsce è la sofferenza della consapevolezza. Quel che si sa di sé modifica quel che si è. Può essere scavo che estrae dolore.
Senza chiedersi se potrebbe magari essere benefica la consapevolezza, pur disagevole. la nostra psiche cerca di risparmiarcene il disagio, con i suoi inconsci ripari.
Tra le strategie difensive più ricorrenti, prolifiche e astute vi è la razionalizzazione.
La razionalizzazione è un meccanismo difensivo che si attiva per impedire che sia riconosciuto un aspetto di sé scomodo da accettare. La sua modalità è formidabile: troviamo con totale convinzione e sincerità (nel senso che non ci accorgiamo di mentirci) buone e sostenibili ragioni che ci consentono di allontanarci e separarci da ciò che potrebbe causarci dolore. La nostra mente ci mette a disposizione ottime ragioni, a cui crediamo profondamente (ed è questa l’astuzia della difesa), per spiegarci come inevitabile la reazione d’ira che abbiamo avuto, la necessità dell’insincerità in quel che abbiamo detto, la paralisi in modi di vita o relazioni che non ci rendono felici, l’assenza di coraggio e la paura ad affrontare ciò che sarebbe giusto, il rifiuto della critica che ci hanno rivolto.
Crediamo (ciecamente, alla lettera) nelle spiegazioni che la nostra mente ci mette a disposizione. Ed è questa inconsapevole complicità, questa totale certezza di essere sinceri a renderci paladini e sostenitori delle ragioni a cui ci aggrappiamo. Poiché lo pensiamo con tanta immediatezza e chiarezza lo crediamo anche vero, ottenendo un rassicurante distacco dalla fatica di accettare parti di noi stessi conflittuali.
Vi sono razionalizzazioni che durano una vita, a cui ci si è ancorati per tenersi a galla, per salvarsi dal naufragare nel dolore o nella frustrazione. Difficilissime da smantellare. Altre invece sono meno cavernose e sedimentate. Si manifestano in presenza di incoerenze con i propri valori, in occasioni in cui si rivelerebbe una nostra fragilità, oppure quando ammettendo ci farebbe sentire sconfitti. In questi casi il sistema difensivo si attiva attraverso la velocità delle ragioni che ci mette a disposizione, le immediate spiegazioni che troviamo per interpretare la realtà. Una tempestività da essere facilmente scambiata per buona e attendibile, perché ciò che si pensa con tanta immediatezza appare anche tutto ciò che vi sia da capire. Indizio di una nostra possibile razionalizzazione in corso sono i pensieri, immediati, che formuliamo iniziando con “Ma…” oppure “Però…” e a seguire ragioni che alleggeriscono e dissociano da qualcosa di faticoso da accettare.