La prima volta è incantata, da ricordare, da raccontare: il primo bacio, il primo giorno di scuola, la prima notte di nozze, la prima volta in cima a una vetta, oppure su un aereo.
Mentre si scolora la seconda, annoverata nell’ordinario, nel già noto, nella ripetizione, perché nell’inaugurazione, nell’inizio, nella novità vi è il tumulto della sorpresa, della vita che si espande con nuove esperienze. La replica che segue è meno elettrizzante, derubricata a ciò che è stato già vissuto, sprovvista dell’emozione dell’incerto, della scoperta.
Eppure è nelle seconde volte, poi nelle terze, nelle quarte e così via che la vita può regalare il suo meglio. Perché nella seconda volta, arricchiti dall’esperienza e meno impreparati, meno soverchiati dall’esperienza inedita che rende anche storditi, persino goffi, è nella seconda volta che si può comprendere meglio quello che si sta vivendo, lo si può esplorare con più lucidità, lo si può affrontare con più coraggio, lo si può capire e assaporare più a fondo.
Se la prima volta consente l’emozione di un’esperienza inedita, della vita che si arricchisce di novità, è dalla seconda, quando si è dotati di un’esperienza già vissuta, che si è ottiene la possibilità di arricchirsi non del piacere dell’originale, ma di percezioni, sensazioni, coinvolgimenti di cui essere consapevolmente autori.
Come per la perfezione. Nulla è totalmente perfetto la prima volta, occorre la preparazione e la consapevolezza che si ottiene con l’esperienza per generare la perfezione, di un quadro, di una musica, di un bacio.
Così, può accadere che se nella propria vita avesse un primato l’emozione eccitante della prima volta, quel che segue di ripetizione potrebbe scolorarsi e spegnersi nel vissuto di una routine opaca e insapore. Oppure, arricchiti di esperienza e di anni, quel che si comprende di ottenere non è solo la riduzione della prime volte, ormeggiati in una vita senza sorprese e dallo stesso sapore, invece di possedere il patrimonio di sguardi, di sensibilità, di attenzioni, di conoscenze, in breve di esperienze, che rendono capaci di salire per l’ennesima volta in cima a una vetta, vedere per l’ennesima volta un quadro di Leonardo, abbracciare per l’ennesima volta la persona amata, è scoprire, vedere, cogliere qualcosa di nuovo. Perché più esperienze si possiedono maggiori sono le capacità di vedere, sentire e capire la bellezza infinita dell’invisibile che abbiamo vicino.