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GianMaria Zapelli elsewhere

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In intimità

In intimità

L’intimità solitamente viene associata alla relazione con un’altra persona. Prima che con qualcun altro, l’intimità riguarda la relazione con se stessi. L’intimità è una disposizione verso sé stessi, dialogo che estrae da sé il proprio segreto.

Ognuno ha una propria intimità, quel mondo così personale e privato che sente delicato o a volte faticoso mostrare e rivelare, a volte anche a sé. La nostra intimità incornicia i confini di ciò che sentiamo fragile e vulnerabile, un mondo interiore cauto nell’incontro con l’esterno, perché ne percepisce il rischio di perdersi, di ferirsi o finanche di soccombere. L’intimità è la nostra identità che non ha abbastanza parole per raccontarsi, non ha abbastanza muscoli per reggersi in piedi alla luce del sole. Un territorio dove l’io è impreciso e allo stesso tempo smisurato, senza le misure e i contorni dei pensieri completi e delle certezze, dove il desiderio è racconto che non si pone limiti e si consente di pensare sé anche altro di sé stessi. L’intimità è la nostra potenzialità, lo schizzo di mondi che possiamo essere, di emozioni che non stanno a posto e silenziosamente immaginano di più.

Se tutti abbiamo un’intimità, sono differenti i modi con cui vi intratteniamo una relazione. Poiché il contenuto della nostra intimità cambia sulla base della relazione che stabiliamo con ciò che abbiamo di intimo. In altre parole, i confini e il mondo della nostra intimità sono i confini dove arriva la nostra esplorazione, la nostra sperimentazione, la nostra conversazione interiore.

Possiamo avere intimità rilassate, pacificate, soddisfatti di quello che abbiamo trovato e che custodiamo nel nostro cuore appagati, come un paesaggio dolce di colline. Oppure possiamo avere un’intimità accesa dal desiderio di scoperte, di voler andare oltre i confini di chi sappiano di essere, come vette da scalare, su e su. O ancora possiamo avere un’intimità malinconica e struggente, che sentiamo come un mondo illimitato di sfumature, che sovente ci inabissano nella solitudine. Vi sono anche intimità esuberanti, di chi ha energie colme di sogni.

Forse per questo è così ardua e delicata l’intimità con qualcuno. Perché è costruire uno scambio che avvicina ciò che rimane più remoto e personale nel cuore. Per questo è frequente che il sentire una comune intimità, l’esperienza di una complicità affondata nel silenzio accogliente della reciprocità, sia quasi una sorpresa, una consapevolezza che si ottiene appena dopo, riconoscendo di essere insieme intimi. Perché costruire intimità con un’altra persona non è solo avvicinarsi per ricevere ascolto e comprensione, ma è trovare nell’altro, nel suo intimo, irretiti, l’incerto e l’indicibile simile ai propri confini più segreti

 

 

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