Qualche sera fa, durante una cena tra amici, mi sono imbattuto in una domanda che è stata proposta. Alle prime la risposta poteva sembrare facile, scivolando via senza lasciare traccia. Ma poi, come quando osservi meglio un’ombra e vi scorgi celato un mondo, quell’interrogativo mi è parso intrigante e affatto semplice: Qual è la cosa più meravigliosa che riesci a pensare?
Prima di tutto da chiarirsi cosa sia il meraviglioso. Perché ci si potrebbe spingere a immaginare mondi, paesaggi e fenomeni naturali che non esistono. Allora il meraviglioso non sarebbe altro che il prodotto di un pensiero che fantastica senza limiti e confini di aderenza alla realtà.
Ma se, cosa che ho fatto, si volesse limitare il meraviglioso a qualcosa di realmente possibile, a esperienze, accadimenti, circostanze, occasioni che potrebbero effettivamente far parte della propria vita, allora la domanda diventa più delicata, se non ardua. Perché la cosa più meravigliosa che si riesce a pensare diventa una radiografia, scandaglia la direzione, la rotta, di ciò che il proprio cuore concepisce così incantevole da esserne inondati con la gioia della meraviglia. Nel pensare quel che più potrebbe meravigliare si deve raccogliere molto di sé e del proprio modo di essere, per estrarne quali siano le ragioni e le fonti che suscitano la potente emozione di ciò che viene considerato eccezionale, entusiasmante, straordinario. Poiché nel meravigliarsi vi è il timbro di come si lascia alla vita poter essere raggiante nella propria vita, attraverso ciò che si è imparato a sentire e credere esserne la magia.
Dunque, qual è la cosa più meravigliosa che riesci a pensare? è domanda impegnativa in ciò che trova come risposta, o anche non trova. Perché il proprio meraviglioso più straordinario, l’esperienza che ogni volta lascia sbalorditi ed emozionati, potrebbe essere ben presente nel proprio quotidiano. Oppure rimanere lontano, un evento remoto che solo l’eccezionalità degli accadimenti potrà consentire di vivere.
PS: Certo irrilevante per chi mi legge, la mia risposta sull’esperienza più meravigliosa che riesco a pensare (e vivere) è questa: il sorriso di mia moglie, quando volge il viso verso di me e si schiude regalandomi la sua luce.