La natura della verità presuppone che non vi sia altro che la possa confutare, che abbia in sé tutto ciò che la rende completa e senza alternative, o eccezioni. Per ottenere questa sicurezza, questo assoluto di una conoscenza o di un sapere, la verità dovrebbe essere un’opera inclusiva, per assicurarsi di aver preso in considerazione tutta la realtà.
Senonché, la realtà, nella sua completezza, è composta dalla trama di tutti i punti di vista, di osservazione, che se ne possono avere. Perché ciò che vediamo, sentiamo e pensiamo, per quanto sia nutrito da studi e conoscenze, non supererà mai il confine del nostro corpo e della nostra mente. Infatti, ogni realtà, ogni fatto, ogni evidenza a cui ci si può riferire è il prodotto di un punto di vista, di un osservatore.
Per questo l’idea della verità è irrealizzabile. Perché assicurarsi di poter possedere la conoscenza di una realtà al punto da ritenerla una verità richiede un impegno nel cercare di includere tutti i punti di vista coinvolti, assicurandosi che nulla sia stato omesso di ciò che è necessario conoscere, per averne una verità. Una sicurezza a cui, però, non si può mai giungere.
La verità è allora come un asintoto: la retta della conoscenza cerca di incontrarsi con la curva della verità, che però si estende all’infinito, con un interminabile avvicinamento senza mai che le due traiettorie si tocchino conclusivamente.
Ma alla nostra vita occorrono certezze, solidi terreni di cui essere sicuri, per ottenere una tranquillità psicologica e sottrarci alla paralisi dell’incertezza. Così accade che alla certezza di cui abbiamo necessità sia attribuito lo status della verità, ottenendo un’esenzione dal dubbio. Si partoriscono allora verità a cui ci si affida, interrompendone la ricerca inclusiva, che ne sarebbe invece la vocazione. Le certezza che diventa verità ne certifica la negazione, perché stabilisce e genera un’esclusione, di ciò che potrebbe rimanere ancora da capire, cercare, conoscere.
Quindi, abbiamo bisogno di certezze che ci consentano di prendere decisioni e di avere serenità esistenziale. Ma se invece ci interessasse la verità, per ciò che ci consente di capire a fondo, completamente, allora dobbiamo rinunciarci. Perché ciò che troviamo è sempre un po’ di verità.
Ma è chi sa di avere sempre solo un po’ di verità che può trovare anche dell’altro.