Poche capacità godono di tanto apprezzamento e allo stesso tempo sono così frequentemente neglette come l’ascolto. Le reti cerebrali dedicate a percepire e a impossessarsi di informazioni sul mondo intorno a noi sono la massa largamente predominante delle nostre strutture neurosinaptiche. Perché ascoltare, ovvero acquisire la conoscenza di ciò che ci circonda, è una funzione fondamentale di sopravvivenza, per fornire indirizzi alla decisione di quale sia la strategia migliore: attaccare o fuggire.
Così possiamo affermare che la mente, nelle sue modalità più spontanee e istintive, non ascolta per conoscere, ascolta perseguendo finalità del tutto opportunistiche.
Ascoltiamo e intanto cerchiamo di capire (e trovare) se vi sono pericoli, per la nostra incolumità fisica, ma anche psicologica. Ascoltiamo e intanto cerchiamo di capire (e trovare) se vi sono conferme e convalide delle nostre convinzioni e dei nostri presupposti, ma anche dell’idea che abbiamo di noi stessi.
Ma abbiamo anche un’altra possibilità di ascolto, che per funzionare deve cercare di tenere a bada l’ascolto interessato, prefigurato e preannunciato della nostra mente spontanea. E’ un ascolto di diversa natura, perché usa risorse cerebrali differenti da quelle che usiamo nell’ascolto routinizzato e istintivo. Per attivare questo ascolto, più disinteressato e più concentrato sul contenuto che cerca di acquisire e comprendere, occorre un conflitto, occorre una disputa che freni e contenga l’ascolto veloce, istantaneo e perentorio della mente, abituata a cercare per il proprio tornaconto.
Solo noi essere umani abbiamo a disposizione questa forma di ascolto, che si avvale della corteccia prefrontale, in grado di metterci in contatto con un mondo ben più vasto delle nostre paure, delle nostre certezze, delle nostre esigenze operative, della nostra frettolosità. Quando sappiamo mettere freno alle veloci conclusioni a cui giungiamo, quando sappiamo dare all’ascolto il tempo di cui ha necessità, quanto lo liberiamo dalle emozioni che lo indirizzano, allora si dischiude una scoperta, il piacere di ascoltare, che ci fa assaporare sapori nuovi e delicati, di un mondo variopinto e sorprendente. Per giungere a questo ascolto abbiamo bisogno prima di tutto di vincere sulla mente, nella sua spontanea necessità di capire e di trovare ordine in ciò che ascolta. Dobbiamo saper controllare il bisogno interessato della mente di capire, di arrivare alle conclusioni, di ricondurre ciò si ascolta a contenuti per i quali trova facilmente un comprensione. “E’ possibile ascoltare bene solo quando si tollera di non capire.” P. Bichsel