Vi sono momenti in cui ci accarezza il desiderio di un futuro un po’ diverso. Non da rivoluzionarci la vita, ma un po’ di aria fresca di nuove esperienze, nuove scoperte.
Eppure, ancorché cambiare sia una parola totemica, è tremendamente difficile cambiarci il futuro, se non ne veniamo costretti da circostanze che si impongono nella nostra vita. Ma quando il nuovo che vorremmo dipende largamente da noi è così facile trovarci i piedi incatenati nei ceppi della nostra identità, nel moloch di chi siamo, e lo siamo da tanto tempo. Perché sono tenaci le nostre abitudini, i nostri modi di pensare e di agire che ritornano incessantemente, che si impongono e ripropongono. Inesorabilmente a tenerci nel futuro che già abbiamo pronto nel presente.
Semmai volessimo arricchirci di un futuro un poco nuovo, ci occorrono molte, moltissime, risorse, per scardinare ciò che ci frena, per vincere sulla resistente inclinazione a ripeterci.
Qui 4 caratteristiche che concorrono a determinare quanto sapremo scioglierci da noi stessi, dalle nostre routine esistenziali, cognitive ed emotive. Maggiore è presente il noi il loro dosaggio maggiori saranno le possibilità di far sbocciare nella nostra vita contenuti di futuro nuovo.
1. La duttilità
Il nuovo futuro si trova nel nostro sguardo, prima ancora che in ciò che ci accade. Ciò che rende il nostro sguardo differente è ciò che lo precede. Maggiori sono le convinzioni che temiamo con noi e le certezze a cui ci affidiamo, minore sarà la possibilità di vedere qualcosa nuovo. Perché la verità è per sua natura rigida, cieca e sovente intollerante. Mentre l’interrogativo, il dubbio su ciò che crediamo di aver compreso, la convinzione che vi sia sempre dell’altro da capire e scoprire, predispongono lo sguardo a vedere nuove realtà.
2. La parola
Il linguaggio è creazione. Le parole usate per descrivere quel che sentiamo, quel che vediamo, quel che pensiamo, sono la forma tangibile del mondo verso cui stabiliamo una relazione. Tanto più possediamo un linguaggio analitico, accurato e policromo nel descrivere la realtà più ne mettiamo a fuoco la ricchezza e tutte le sue illimitate possibilità. Perché quel che diciamo, e come lo diciamo, di ciò che vediamo e viviamo ci indirizza nei modi di affrontarlo e di viverlo.
3. L’energia
Sovente un futuro differente richiede di contrastare abitudini, timori, cautela, anche pigrizia. Richiede energia. Richiede il ricorso alle strutture neurosinaptiche della corteccia prefrontale, per opposti al resto della mente e alle sue abitudini, alla diffidenza, alle ragioni che ci scoraggiano. È fatica. Per questo, tanto meno forza di autocontrollo possediamo, necessaria per correggere modi di essere che ci penalizzano, maggiore è la possibiità di rimanere con lo stesso futuro.
4. Il desiderio
Il desiderio è un altro indispensabile ingrediente per realizzare dosi di novità nel futuro. Il desiderio è molto diverso dal bisogno. Il bisogno è mosso dal soddisfare una mancanza, una penuria. Ma sovente il futuro che vorremmo un po’ diverso non ci è così indispensabile. Anche se non realizzato non pregiudicherebbe la nostra vita e il suo equilibrio. Anzi. Sovente il futuro in più che vorremmo è un più di sorrisi, di gratificazioni, di scoperte che non trovano benzina nella concretezza pragmatica dei bisogni. Ce ne occorre il desiderio, che cerca la febbre delle emozioni, dell’azzardo, che vive la sete di confini nuovi da valicare.