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GianMaria Zapelli elsewhere

Un contributo psicologico
per una vita consapevole,
gentile ed etica.

Conversare con se stessi

Conversare con se stessi

Conoscere noi stessi è come padroneggiare una lingua: si possono conoscere pochi vocaboli e avere una grammatica incompleta nel saper cogliere e raccontare quel che si vive, oppure espandersi attraverso una lingua ricca di opportunità per raccogliere le sfumature.

Già in Socrate il conosci te stesso era un invito potente e fondamentale: prendi in mano la tua vita. Conoscere se stessi non è un elemento decorativo che aggiunge bellezza, non è una conoscenza qualunque che ci rende più ricchi di sapienza. La qualità con cui ci si conosce determina la qualità con cui si possiede la propria vita e la propria libertà. Ai nostri occhi, siamo quel che ci diciamo di essere. E ciò che ci diciamo di essere determina come comprenderemo il mondo, come decideremo, come agiremo e come, pertanto, cambieremo. Perché quel che non conosciamo di noi stessi non rimane fermo, ininfluente. Perdiamo libertà perché agisce e ci agisce a nostra insaputa.

Sapere che persona siamo è un interrogativo interminabile, perché non cessa mai la possibilità di scoprire qualcosa di sé che ancora non si conosce. E sono interminabili gli aspetti sui quali ci si può interrogare per cercare di capire chi siamo.

Ecco allora una domanda: che cosa definisce un’identità da merita di essere scoperto incessantemente?
Di seguito sette dimensioni per una possibile risposta.

1)    un’identità ha bisogno di differenziazione e di singolarità: comprendere se stessi significa riconoscere ciò che in noi cerca unicità, distanza dagli altri, diversità, originalità, apprezzamento e visibilità della nostra differenza;

2)    un’identità ha bisogno di legami e di relazioni: comprendere se stessi significa anche riconoscere cosa in noi cerca legami, appartenenza e uguaglianza con gli altri; come e quando adattiamo noi stessi agli altri per creare un legame;

3)    un’identità si nutre di esperienze: la conoscenza di sé richiede di comprendere come le esperienze che abbiamo fatto abbiano plasmato in noi convinzioni, emozioni, comportamenti; significa capire come il timore che abbiamo ora, il modo di valutare che ci fa apprezzare o meno ciò che viviamo, la fiducia che abbiamo o che non abbiamo, siano la traccia che l’esperienza ha lasciato in noi e che quindi prefigura e orienta il nostro futuro;

4)    un’identità è ispirata da valori: non vi è identità senza valori, consapevoli e inconsapevoli che siano; perciò una conversazione con noi stessi per riconoscere chi siamo non può evitare di interrogarci sui valori che indirizzano le nostre scelte;

5)    un’identità va dove vanno le sue capacità: ogni identità è fatta di ciò che realizza, di ciò che ottiene o raggiunge; conoscere se stessi richiede di sapersi dire con accuratezza quali capacità possediamo, quali attitudini, quali conoscenze, perché sono il vascello sul quale portiamo la nostra esistenza nel mare impervio della vita;

6)    ogni identità è più vasta di un pensiero che la descrive: la conversazione con noi stessi su chi siamo e sulla nostra identità è incessante, e non vi sarà mai un momento in cui ne sapremo abbastanza da avere tutte le parole per descrivere completamente chi siamo;

7)    ogni identità ha bisogno di equilibrio, più che di felicità: infine, interrogare noi stessi impegna nel chiederci, con coraggio e lucidità, quale sia la vera rotta del nostro cuore, sovente diversa da quella che i nostri pensieri ci fanno credere: «Bisogna conoscere se stessi: quand’anche non servisse a trovare la verità, giova per lo meno a regolare la propria vita» (Pascal).

 

Espandere la conoscenza di se stessi è un’azione che produce dei mutamenti. Conoscersi è irrimediabile.

 

Alcuni suggerimenti per una conversazione con se stessi:

1  considera e convinciti che ogni tuo comportamento ti appartiene, ti riguarda, ti indica qualcosa che sei. Una volta riconosciuto che ogni tuo comportamento e scelta ha un legame con le tue modalità di essere, cercalo: lo troverai;

2  ricordati che vi sono automatismi inconsapevoli nei tuoi comportamenti e nei tuoi pensieri, condizionati dalla tua esperienza;

3  evita di attuare modalità difensive nell’interpretare i tuoi modi di agire, le tue decisioni e anche le tue reazioni, ma chiediti “perché sono anche così?”;

4  guarda tutte le emozioni che vivi verso gli altri, quelle positive ma anche quelle negative, come uno specchio nel quale trovare qualcosa di te, qualcosa che interessa i tuoi modi di essere, belli e meno belli;

5  allenta e frena il timore di scoprire qualcosa di te che non conosci ancora;

6  non generalizzare, pensando che singoli aspetti di te possano essere gli stessi in ogni situazione che vivi;

7  accetta di avere dentro di te delle contraddizioni e delle ambiguità, incoerenze e bugie che ti nascondono qualcosa che non vuoi incontrare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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