Ne abbiamo bisogno e ci ferisce solo il pensiero di poterla perdere, la dignità. Nel rapporto con la dignità troviamo leggi nel nostro cuore che non sempre abbiamo scelto e comprendiamo, ma che sono tiranniche nell’imporre timori e imbarazzi.
Si potrebbe credere che le lacrime sul viso, la manifestazione di un nostro cedimento, provochino un danno alla nostra dignità. Davanti allo sguardo estraneo, con la nostra vulnerabilità che scorre sulle guance, agli occhi dell’altro ci si potrebbe sentire spogliati di dignità, da questa rivelazione di un’intimità sfuggita al nostro controllo.
L’etimologia di dignità indica l’essere degni, meritevoli. La dignità riguarda dunque il merito che temiamo di perdere.
A volte il cuore ci suggerisce che il merito che potremmo perdere è collegato alla debolezza. Mostrarsi deboli potrebbe significare consentire agli altri del potere su di noi. Così possedere dignità equivale a celare le proprie fragilità, per non permettere ad alcuno di potersi sentire più forte e migliore di noi. Una dignità interpretata con l’occultamento della propria vulnerabilità, eclissata nel gesto imperturbabile.
Oppure vi è un’altra modalità della dignità. Non nel saper nascondere, ma nel modo con cui diamo vita e riveliamo la nostra identità più remota. Infatti, la dignità non riguarda ogni momento della nostra vita. Vi sono specifiche occasioni nelle quali si rivela di che stoffa sia fatta la nostra capacità di dignità. Quando la vita urta contro il cuore. Quando il dolore, l’aggressione, il dispiacere irrompono nei nostri gesti e conquistano il corpo. In queste occasione una dignità possibile non è quella del chiavistello, che le blocca e le proibisce, ma quella dell’argine, che dà loro libertà e una strada, contenendole in un gesto che dà misura. La grandezza della dignità è forse questa misura, di chi non teme lo sguardo dell’altro, quando rende trasparente la propria fragilità, non si sottrae ad essa, perché ha la dignità coraggiosa in un corpo e gesti che non nascondono, ma liberano e sanno con-tenere in un’eleganza.