fbpx
GianMaria Zapelli elsewhere

Un contributo psicologico
per una vita consapevole,
gentile ed etica.

Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.
/

Disciplina: è ancora benefica?

Disciplina: è ancora benefica?

E’ ancora di questo tempo apprezzare la disciplina? Oppure, la parola suona ormai irritante, fastidiosa, connotata di un sapore oppressivo?

Sembrerebbe essersi affermata una convinzione: che siano sufficienti la passione e i buoni sentimenti a fornici le risorse per realizzare al meglio i nostri desideri e i nostri doveri. Come se la partecipazione emotiva, con l’intensità del suo coinvolgimento, avesse quanto necessario per perseguire con successo ogni traguardo. Il trasporto e l’ingaggio del cuore come prova e attestazione di capacità e abilità. Così ciò che siamo, il nostro essere, si identifica con quel che si vive: “Sono quel che provo”. Mentre nel passato era ed è stato: “Sono quel che mi impegno con disciplina ad essere.” Svuotati dalla disciplina, come ingrediente necessario per realizzarci, certifichiamo la nostra autenticità con quel che proviamo e sentiamo emotivamente.

Ma vi sono traguardi e desideri che per essere raggiunti hanno meno bisogno di passione di quanto ne hanno invece di disciplina. Lo stesso per impegni e responsabilità che abbiamo preso, come partner di vita con il nostro coniuge, come genitori con i figli e persino come amici, identità che potremo realizzare pienamente solo attraverso l’applicazione di una disciplina, poiché non basta esserne emotivamente e sentimentalmente impegnati e appassionati.

Gli ingredienti di una disciplina sono tre:

A) un convinto desiderio nel voler realizzare un traguardo o un modo d’essere a cui si aspira, poiché alla disciplina occorre il coraggio e lo slancio di un profondo e irriducibile desiderio; non basta un bisogno; essendo centrato sulla carenza non ha sufficiente energia e spinta psicologica;

B) l’applicazione di precise regole, che educano i modi di agire e di pensare a ciò che si vuole diventare ed essere; poiché vi sono sogni, responsabilità e aspirazioni che per essere realizzati richiedono di plasmare le abitudini a modi accurati e precisi; le regole sono per l’identità e sui modi come le mani lo sono per la creta;

C) la perseveranza nel dominare se stessi; poiché tanto è importante, ambizioso, elevato, straordinario ciò che si desidera essere, maggiore sarà la necessità di perseverare nelle regole, dominando se stessi, adottando pratiche di forza di volontà verso i propri impulsi, affinché si sia capaci di essere ciò che si desidera.

Così eccoci di nuovo alla domanda inziale: nel quotidiano del nostro vivere vi è della disciplina dedicata a qualcosa? Di quale valore, di quale responsabilità, di quale aspirazione, di quale pratica artistica o sportiva ne abbiamo così forte il desiderio da averci convinti ad impegnarci in costanti regole di autodisciplina? E possiamo anche chiederci se invece non ci manchi disciplina, laddove scopriamo che non siamo genitori eccellenti per i nostri figli, coniugi che non danno all’amore il meglio che possiamo, amanti della lettura, musicisti, artisti o atleti di cui essere soddisfatti.

Potremmo anche ricondurre il nostro voler essere a quel che proviamo e sentiamo, senza sottometterci ad alcuna disciplina. Scambiare un’emozione per un impegno, un sentimento per una capacità. Lo potremmo. Forse lo facciamo.

Potrebbe interessarti
CERCA ANCHE ALTROVE.
Parole per ispirarti
ESPLORA L'ARCHIVIO
Cerca ciò che ti incuriosisce, le idee e le parole per il tuo lessico personale.
PODCAST

Pensieri da ascoltare.

NEWSLETTER

Unisciti anche tu

Ricevi settimanalmente due post per essere anche altrove.

La tua email sarà protetta. Potrai sempre annullare l’iscrizione.
Se vuoi sapere con più precisione come verrà protetta la tua email leggi la privacy policy.