Il nostro cervello preferisce il piacere del desiderio più che il piacere di realizzare.
La dopamina è uno dei potenti neurotrasmettitori del cervello. E come altri neurotrasmettitori ha il fondamentale compito di veicolare informazioni neuronali attraverso la trasmissione sinaptica tra specifiche aree cerebrali. E’ conosciuta come l’ormone dell’euforia, poiché la sua presenza contribuisce a generare il vissuto del piacere e della gratificazione per la ricompensa. Al contrario l’assenza di questo neurotrasmettitore facilita depressione, isolamento e asocialità.
E’ stato osservato che tra i diversi stati d’animo che producono dopamina vi è il desiderio. In altre parole, la dopamina è secreta in maggiore quantità quando si è uno stato di desiderio. Quando, cioè, si vive la prefigurazione di un’esperienza augurabile, che ci si immagina gioiosa o gratificante.
Però, ed è questo l’aspetto interessante, quando il desiderio viene realizzato, quando il risultato viene raggiunto, il cervello non produce la stessa quantità di dopamina.
Già Leopardi nella sua famosa poesia “Il sabato del villaggio” ci racconta dell’euforia del sabato, che precede la domenica e la prefigura. Salvo poi arrivati a domenica smarrirla. “Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia”, molto più della domenica priva di desideri e quindi di piacere.
Dunque, la natura ci ha attrezzati della capacità di desiderare, di alimentare i nostri desideri con il piacere, attraverso un lungimiranza biologica che riconosce il ruolo del desiderio, dello slancio necessario per rivolgerci al futuro con speranza e attesa, con entusiasmo e progettualità. Perché il futuro, per riempirsi di quel che possiamo essere e diventare, ha bisogno di trasformarsi e diventare già nel presente, ha bisogno di essere desiderato, della nostra euforica fiducia verso ciò che ci attendiamo. Vi è dunque da impensierirsi quando il desiderio avvizzisce, quando il cuore disincantato si ritira dal desiderio, perdendo così anche il piacere e l’euforia che il desiderio produce attraverso la dopamina. Quando il cuore senza sogni si accontenta del bisogno, che vive nel presente, arretrando dal desiderio anelante di futuro.