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GianMaria Zapelli elsewhere

Un contributo psicologico
per una vita consapevole,
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Empatia e solitudine

Empatia e solitudine

Sappiamo che la nostra identità è il risultato anche dell’educazione, che i diversi sistemi neurali della mente hanno ricevuto attraverso le esperienze. Così pure le qualità della nostra capacità di empatia sono il prodotto educativo delle esperienze vissute.

L’esercizio dell’empatia, che riguarda il sapersi immedesimare nei silenziosi vissuti emotivi degli altri, potrebbe trovare un’analogia con l’apprendere una lingua. Sapersi immedesimare negli altri dipende dalla o dalle lingue che si è imparato a parlare. Si pensi al dolore. Il dolore non è parlato da una sola lingua. Sono innumerevoli le lingue attraverso le quali il dolore parla nel cuore delle persone. Senonché, ciascuno impara dalla vita il suo linguaggio del dolore, che usa anche per riconoscere il dolore degli altri. Può allora accadere, pur vicino alla sofferenza di qualcuno, di non saperla comprendere, di non saperla tradurre nella propria lingua, oppure di sbagliarsi, credendo di averla capita, convinti che l’altro stia parlando la nostra stessa lingua del dolore.

Forse uno dei desideri più irriducibili che abbiamo nel cuore è di sentirci compresi. Trovare nell’altro, soprattutto nelle persone amate, un ascolto così accurato da saper comprendere ciò che di noi stessi sentiamo più prezioso e autentico. A volte si coltiva il desiderio di trovare qualcuno che abbia abbastanza empatia da riuscire a immedesimarsi con l’eremo del nostro cuore, dove vi è ciò che non sappiamo o temiamo dire. Che possegga un linguaggio così accurato da saper parlare le parole che potremmo avere e tratteniamo.

In realtà la vita non insegna a nessuno un linguaggio tanto potente, sofisticato, sensibile e accurato, da consentire di immedesimarsi e com-prendere totalmente anche solo un altro essere sul pianeta, là dove la sua unicità ha costruito il suo segreto. Una delle condizioni che rende l’uomo, per natura, destinato ad avere una dimensione irriducibile di solitudine è l’impossibilità di imparare perfettamente la lingua che parla, intimamente e privatamente, il cuore di un altro essere umano.

 

 

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