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GianMaria Zapelli elsewhere

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Il futuro che viene a farci scegliere

Il futuro che viene a farci scegliere

Anno dopo anno raccogliamo la vita e le esperienze. Così nel presente, lentamente ma inesorabilmente, il futuro prende sempre più forma. Perché a far differenza, tra quando si hanno vent’anni e quando se ne hanno quaranta e anche di più, vi è la relazione che abbiamo con il futuro. 

Da giovani il futuro è per lo più un sentimento, un’idea astratta e idealizzata, un orizzonte vago, distante rispetto all’irruenza del presente da vivere. Poi, man mano, il presente raccoglie contenuti che prenotano il futuro: legami, lavoro, impegni economici, responsabilità. Il futuro si avvicina, si impossessa del presente, diventa tangibile, si può vedere, toccare.

Progressivamente con gli anni si stabilizza anche quel sappiamo vedere di noi stessi nel futuro: le abitudini, i gusti e le convinzioni che pensiamo ci rimarranno, i timori a cui ci siamo assuefatti che crediamo avremo sempre con noi.

Ogni scelta impegna il futuro, ma non è lo stesso futuro. Si può scegliere avendo a disposizione un’alea da immaginare, un tempo futuro intangibile, evocato con desideri e ipotesi. Poi il futuro si impossessa del presente e scegliere significa rinnovare ciò che abbiamo già scelto e fa già parte del nostro presente. Oppure lacerare e frantumare il presente, con il suo futuro già prenotato. È una scelta differente, quella a cui ci impegniamo all’inizio di un matrimonio, da quella che possiamo fare dopo 15 anni di vita insieme. Quella all’inizio di un lavoro e quella dopo 20 anni di una stessa professione.

Se ogni scelta prevede delle alternative, ciò che cambia negli anni sono le alternative, non la possibilità di scegliere. Per questo è molto più impegnativa la scelta quando abbiamo il futuro in casa e già apparecchiato. Richiede di considerare il futuro ancora una scelta possibile, per quanto si sia radicato nelle abitudini e nelle responsabilità del presente.

In fondo, quando il futuro è ancora tutto da scoprire e da percorrere, scegliere non è impegnativo, perché non richiede di separarsi dal presente. Ma quando il futuro è incluso nel presente, quando è una versione del presente, scegliere diventa un’effettiva scelta, una definizione di sé e della propria vita, perché ben conoscendo il futuro a cui si è allacciati si è anche in grado di poterlo decidere con consapevolezza. Lasciandosi sempre la convinzione che il futuro non è un obbligo, ma una scelta. 

Quando il futuro si è preso il presente scegliere il futuro significa rispondere a questa domanda: “Perché desiderio che domani sia uguale a oggi?”

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