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GianMaria Zapelli elsewhere

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Le emozioni che non aiutano quando siamo in difficoltà

Le emozioni che non aiutano quando siamo in difficoltà

Frequentemente, quando siamo in difficoltà qualcosa ci manca. Ci manca tempo di cui avremmo bisogno, oppure conoscenze, abilità, fiducia, coraggio, amore, ecc.. Affrontare una difficoltà significa sovente affrontare una nostra carenza.

E quando siamo in difficoltà immancabilmente si presentano le emozioni, con la loro azione prepotente, nelle intenzioni protettiva, ma nei fatti sovente inefficaci verso le carenze che dobbiamo fronteggiare.

Perché quando siamo in difficoltà le nostre emozioni, attraverso la loro reazione automatizzata, imparata più dalle ferite che dai sorrisi, cercano soluzioni semplici e sproporzionate: costruiscono muri, difese e protezioni. Cercano di allontanarci, metterci al riparo, invece che avvicinarci e ascoltare la carenza che ci sta mettendo alla prova.

Così può accadere che nelle difficoltà si diventi più rigidi, più bloccati nelle convinzioni che abbiamo, nei modi di agire che solitamente adottiamo. Possiamo perdere fiducia, ci rassegniamo, consideriamo impossibile ogni cambiamento delle nostre abitudini. Ci chiudiamo e barrichiamo nel disagio, nei sentimenti di fatica che produce, nel vissuto di insostenibilità che sorge in noi. 

La nostra risposta emotiva, con la sua strategia semplicistica, invece che renderci flessibili, plastici e mutevoli nel disagio, si dedica ad esageralo, a ingigantirlo, producendo paralisi, allarme e pericolo. Allarmare e suscitare uno stato di pericolo è la forma di difesa più elementare e comune in tutti gli animali. Ma non certo la più efficace, quando si hanno a disposizione risorse che nessun altro animale possiede.

Infatti, la risorsa più benefica, quando si è carenti, non è chiudere le porte e irrigidirsi, ma all’opposto aprirle. Invece che asserragliarsi nel sentimento di fatica, padroneggiati da emozioni che hanno un sistema elementare di difesa, che spingono verso la sfiducia e lo scetticismo, e soprattutto verso la ripetizione dei nostri modi di essere e agire, meglio imporsi di considerare dove la propria carenza sia alleata con la propria rigidità. Invece che paralizzarsi, adottare la curiosità, irridere lo scetticismo che potrebbe assalirci, dubitare delle proprie certezze, considerare punti di vista diversi dal proprio, dare benzina alla fiducia e convincersi di poter cambiare. 

Perché è proprio entrando nella carenza che potremmo trovare uno squarcio verso la nostra evoluzione.

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