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GianMaria Zapelli elsewhere

Un contributo psicologico
per una vita consapevole,
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Non siamo quasi mai innocenti

Non siamo quasi mai innocenti

L’innocenza ha molte versioni. Vi è quella religiosa, collegata all’assenza di peccati e alla visione escatologica della vita. Vi è quella giudiziaria, sancita da una sentenza collegata a un corpus di leggi e norme. E vi è quella psichica, collegata alle proprie azioni cognitive.

Si fa ricordo all’innocenza quando si tratta di stabilire se nelle nostre azioni vi sia stato qualcosa di sbagliato, di colpevolmente dannoso. Così si può essere innocenti al cospetto del tribunale divino perché privi di colpe da espirare. Oppure per l’esito di un tribunale che risponde alla magistratura, che certifica l’assenza della nostra responsabilità verso danni, o peggio. Ma, da adulti, non si può quasi mai essere innocenti con sé stessi.

Perché l’innocenza con sé stessi non riguarda quanto le nostre azioni siano state conformi a delle leggi, divine o terrene, ma quando le nostre azioni sono state conformi a noi stessi. Quando, con totale onestà intellettuale con noi stessi, possiamo ritenere che non abbiamo avuto alcuna  possibilità di fare altro se non ciò che abbiamo fatto. Non possiamo ritenerci innocenti, ovvero senza responsabilità, perché non ci siamo accorti, perché non lo avevamo previsto, perché tanto non sarebbe cambiato nulla, perché ne siamo sinceramente addolorati. Essere innocenti non è per nulla equivalente ad essere inconsapevoli.

Non ci rende innocenti ciò che abbiamo scelto o fatto, anche ciò che non abbiamo scelto o fatto, se potevamo fare di più. Quando abbiamo evitato lo sforzo di interrogarci a fondo sui nostri comportamenti, quando non ci siamo impegnati ad ascoltare meglio, a comunicare meglio, ad avere più coraggio.

Non siamo innocenti se non ci siamo avvalsi delle possibilità che avevamo di essere migliori. Poiché la vera innocenza con sé stessi è solo quella che non aveva alcuna possibilità di consapevolezza, di riflessione, di agire diversamente.

Non siamo innocenti perché sappiamo di avere un mondo interiore più vasto di quello che ci diciamo, che facilmente ci sottrae opportunisticamente consapevolezza. Non siamo innocenti proprio perché lo sappiamo che potremmo farla franca con noi stessi e ci crediamo quando pensiamo di essere innocenti.

Si nasce innocenti perché privi di risorse per essere diversi. È questa limitatezza, questa povertà di mezzi cognitivi ed emotivi che rende innocenti i bambini. Si diventa adulti e si perde l’innocenza non perché si agisce in modo scorretto, ma perché non ci si impegna abbastanza nel cercare di fare meglio.

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