Entrambi i vissuti riguardano un’esperienza di stupore, ma meravigliarsi nasce da una capacità, mentre sorprendersi nasce da una carenza. Sia la meraviglia che la sorpresa riguardano come si prevede ciò che si potrà vivere. Perché non sono i fatti in sé a essere meravigliosi o sorprendenti, lo diventano attraverso i modi con cui li si incontra
Ci meraviglia ciò che incontriamo del mondo se ci appartiene una curiosità gioiosa e fiduciosa di poter trovare altra bellezza, oltre ciò che già si conosce. Lo stato di meraviglia è il prodotto della capacità di credere che vi sia una continua eccedenza di realtà, come un segreto da scoprire nel quale è contenuta un’esperienza di piacere. Nella capacità di meravigliarsi vi è dunque l’incantevole complicità di due qualità:
- la convinzione che ciò che conosciamo del mondo e della vita sia sempre meno di quel che potremmo conoscere;
- la convinzione fiduciosa che in ciò che potremo conoscere di nuovo vi sia una bellezza che merita la ricerca.
Sapersi meravigliare richiede uno sguardo che trasforma ciò che già si conosce in dubbio, in desiderio di scoperta, in curiosità che non si accontenta. Chi si sa meravigliare si entusiasma di ciò che scopre, perché sa che la vita è sempre più vasta e ricca di ogni sguardo che la può descrivere. Non solo, chi sa meravigliarsi è convinto che ciò che potrà scoprire sarà quasi sempre una sorpresa che arricchisce, perché modificherà, espanderà, trasformerà ciò che già conosceva.
Coloro che non sanno meravigliarsi sovente hanno convinzioni e certezze di cui sono soddisfatti, credono di aver compreso molto, se non tutto, ciò che vi è da capire e credono di sapere già cosa incontreranno. Non sanno meravigliarsi non perché il mondo è ripetitivo e conosciuto, ma perché il loro cuore si è arreso e si è chiuso in se stesso.
Molto più facile che accada di sorprendersi. E anche coloro che non sanno meravigliarsi sono sorpresi, anzi, sovente sono sorpresi. Perché la sorpresa è l’esito di una carenza di ciò che si conosce e si è capito. Ci si sorprende quando il mondo si comporta in modo differente da come avevamo immaginato o previsto. Nella sorpresa vi è un’attesa disconfermata, una previsione difettosa. Mentre la meraviglia non ha attese che la precedono, perché è scoperta che viene ricercata e desiderata, la sorpresa è un’esperienza distonica di come abbiamo compreso il mondo.
In sintesi, si potrebbe dire che la meraviglia è l’esito di quel che cerchiamo e di come cerchiamo la vita intorno a noi, siamo noi a dirigerci verso il mondo preparati a rimanerne stupiti. Mentre la sorpresa è l’esito di come la vita ci ha cercati e non ci ha trovati, non avendolo saputo capire prima. E’ il mondo che ci ha raggiunto, cogliendoci impreparati.