Abbiamo alle spalle il passato, mentre la memoria è qui con noi, nel presente che viviamo e che possiamo vivere.
La memoria è altra cosa dal passato, sebbene i due recessi temporali abbiano affinità.
Al passato appartiene di essere stato. È il tempo che si è separato dal presente, cronaca e narrazione che guarda alle spalle. È passato, ovvero: non appartiene più al presente.
Di altra consistenza la memoria, che invece ha le sue ragioni nel presente, nell’essere parte e ingrediente del presente che si vive. Il passato è della storia, la memoria è nell’impegno di oggi e di domani. Se il passato è fatto di accadimenti, la memoria è composta da ricordi. E il ricordo, come è nell’etimo della parola, riguarda il cuore, i sentimenti. Non vi è io, dotato della sua intimità e del suo peregrinaggio esistenziale, senza memoria. È nella memoria che le esperienze possono trovare il loro senso, collegate da una direzione, persino da un destino
Per questo ci occorre memoria, e ci occorre averne cura, per estrarre dal passato quel che ci è necessario per definire e capire come siamo arrivati ad oggi e come stiamo preparandoci il futuro. Poiché l’identità non è nel qui e ora, spogliato nel solo presente. L’identità è ciò che nel presente sappiamo raccogliere delle nostre provenienze.
Per questa sua funzione, la memoria è cangiante, mutevole, duttile. Mentre il passato rimane immobile, quel che del passato entra nella nostra memoria, attraverso i ricordi, possiede la voce, i colori e la consistenza del presente che si sta vivendo. Non solo cambia la memoria perché si incrementa l’età e dunque il passato a cui attingere. Cambia nel tempo lo sguardo che abbiamo con noi, quando lo rivolgiamo al passato. Lo stesso episodio, lo stesso legame, gli stessi luoghi nella memoria si trasformano con il tempo che trascorre. I giochi fatti con le prime amicizie, il tempo in vacanza con i genitori, la prima relazione amorosa, il primo distacco, e così via. Il passato rimane, ma la memoria cambia, perché a cambiare è il nostro modo di essere, nella vita che stiamo vivendo.
Da salvare dunque la memoria, per quel che di continuamente nuovo e di rinnovato ci consente di trovare di noi stessi. Sfumature da poter vedere in modo differente, emozioni da declinare con altre ragioni, episodi accaduti che possiamo liberare dal dolore e altri che possiamo guadagnare di sorrisi.
Nello sguardo verso i nostri ricordi, che cambia e ci cambia, possiamo comprendere quel che muta e diventa in noi, transitando negli anni. È da questo sguardo, con nuove versioni e sfumature di quel che abbiamo vissuto, che noi riconosciamo dove stiamo andando. Portando con noi, indispensabile, la memoria come direzione del futuro.
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