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GianMaria Zapelli elsewhere

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Essere in silenzio

Essere in silenzio

La saturazione del silenzio è un paradigma del presente. Ma perché questo esilio del silenzio? E’ solo la conseguenza dell’occupazione digitale?

“Nulla è forte come il silenzio.”  (Rilke).

Nel silenzio non vi è lo stesso tacere. E’ la diversità nei modi di essere-in-silenzio, perché il silenzio impegna una relazione con il senso di cui si è capaci. “Il senso si apre al silenzio” (Nancy).

Forse anche per questo è tanto difficile trovare il silenzio, perché vi è un silenzio che per poter essere vissuto come ricchezza, e non come disagio o vuoto, richiede di sapere quanto sia impervio trovare senso e quanta dedizione richieda trovare una ragione che ci faccia essere, che ci appartenga e che potremmo. Significati e valori che reclamato il silenzio, per essere ascoltati e incontrati. “Il silenzio deve essere sentito non come una privazione, ma come un dispositivo di risonanza.” (Nancy).

Ma se il senso e il pensiero che ci guidano sono quelli immediati, spontanei e impulsivi di una mente senza pause, per coprire questo vuoto nel silenzio, abbiamo bisogno di parole, perché l’incontro con il silenzio potrebbe farci incontrare l’eco difficile di un io a disagio con se stesso. Così pur a volte si tace, ma senza silenzio. Perché ci si abbandona al navigare sconclusionato e senza direzione della mente, lasciando che si riempia dei pensieri e delle emozioni che produce, togliendoci il silenzio, che è invece intenzionale e volontario, nel dedicarci ad ascoltare, con cura e amore, ciò che abbiamo ancora da sentire, capire o incontrare.

Come è immaginabile una vita che sia, oggi, capace di silenzio, quando è tanto elevato il volume delle comunicazioni? Forse il silenzio che possiamo trovare e far nostro è quello degli interstizi. Forse possiamo diventare cacciatori di silenzio: quando siamo in fila in auto o in qualche stazione ad attendere, quando stiamo aspettando di essere ricevuti dal capo, o quando siamo alla macchinetta del caffè soli, allora possiamo allenarci ad imparare e trovare il silenzio. Non quello che si limita a tacere, ma quello di chi è in ascolto. Per una frazione di tempo, una sospensione che tonifica, come assaporare un profumo che passa, liberare il cuore da quel che ci spinge fuori, per metterci ad assaporare quel che viene ed entra.

 

 

 

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