Il desiderio si nutre di una memoria incoraggiante del passato. All’opposto, la tristezza, sino alla depressione, hanno una memoria del passato danneggiata.
Quando siamo depressi, quando ci assale una tristezza tanto acuta da impadronirsi di tutti i colori delle nostre emozioni, ciò che viene meno è anche il passato, spogliato dalle sue memorie felici.
Il dolore psicologico, soprattutto quando sfiora la depressione, produce la perdita della capacità di rappresentarsi un futuro desiderabile, nel quale vi siano contenuti di serenità. Una smarrimento che risente del legame tra pensiero del futuro e memoria. Perché il futuro che riusciamo a pensare, e credere di avere a disposizione, è largamente influenzato dai contenuti del passato che sappiamo ricordare.
Senonché il dolore che si vive sottrae al passato che viene alla mente le esperienze di felicità che pur sono state vissute. La tristezza inaridisce e prosciuga la memoria. Per questo la depressione è un cedimento di memoria, perché incapace di rilanciare e immaginare nel futuro un’esperienza di felicità già vissuta.
Questo legame tra memoria della gioia vissuta e ricerca di gioia è l’essenza del desiderio, ossia la macchina inconscia che trasforma un’esperienza vissuta in una meta.