Avere una speranza non significa solo auspicare un futuro, ma crederlo fermamente possibile.
Hanno chiesto a dei malati di Parkinson di compiere alcuni gesti per loro difficili, causa la malattia. Poi hanno somministrato loro dell’acqua, dicendo che si trattava di un farmaco che avrebbe ridotto il loro tremore. Al nuovo tentativo i gesti sono diventati più saldi e sicuri.
Questo è l’effetto meraviglioso della speranza: credendoci si cambia.
E’ la potenza generativa della convinzione, della certezza nel futuro che desideriamo, perché cambia i modi di agire, plasma pensieri, rimodula energie e allinea le emozioni. Tanto da essere anche movimento bioneurologico.
Portare in sé una speranza significa nutrire un impegno, un desiderio, che appartiene al futuro e che crediamo di poter realizzare. Esserne capaci significa essere mobilitati, proiettati in una certezza che prepara e accudisce nel presente il domani.
Ma da soli a volte ci si scoraggia, nel far nostra una speranza, tanto da poterla saper credere sino in fondo, dentro di noi. Da dedicarci ad essa, impegnando il cuore in un futuro che deve accadere, di cui abbiamo solo tutta l’energia che ci occorre e la convinzione che sarà così. Anche se non possiamo esserne certi ed è per questa che si chiama speranza.
Così ci occorre a volte un farmaco, che ci aiuti a credere, che inietti nel nostro cuore dosi di fiducia e di rassicurazione. Non importa se il farmaco sia effettivo, importa che crediamo nei suoi benefici, che ci affidiamo alle sue proprietà di supporto e aiuto. Perché è di credere che abbiamo necessità, per vincere la paralisi che ci frena sulla soglia del futuro, vendendolo troppo impervio per impegnarci di speranza.
E di farmaci per la speranza, fortunatamente, ve ne sono in giro. Solo, vanno cercati con una certa attenzione, perché non sono sempre visibili. E’ il farmaco dello sguardo della persona che amiamo, quando cerca in noi futuro e non solo quel che già siamo. Come pure il farmaco del dolore che si nasconde nelle ferite di chi ha meno della vita che meriterebbe, a cui dobbiamo l’impegno per un futuro che ad altri siano evitate simili ferite. Ed anche il farmaco del silenzio, quando ci chiediamo cosa ci renderà felici per averlo saputo credere possibile.
“E’ sperare la cosa più difficile. La cosa più facile è disperare, ed è una grande tentazione.” Charles Peguy. La speranza è un po’ come una malattia, ti può far male, ma è quando sappiamo meglio cosa sia la vita.